Patate di montagna: qualità al primo posto
Semino varietà a pasta gialla e bianca, coltivate nei ripidi terreni di montagna, senza essere irrigate.
La mia tecnica di coltivazione si esprime attraverso continue rotazioni, unite a sovesci, usando le cosiddette “Cover Crops” letteralmente “colture di copertura”.
Sono stato il primo nella zona a sperimentare l’effetto benefico del sovescio.
È una tecnica praticata già in pianura, che consiste nello scegliere delle colture a ‘perdere’, non da reddito, ma che portano dei benefici al suolo.
È il connubio perfetto tra produzione e salute del terreno, perché non lasciando mai scoperto alle intemperie invernali il delicato ecosistema Suolo, si evita il forte dilavamento dei nutrienti e della sostanza organica che in montagna è ancora più accentuato per le forti pendenze.
Questa tecnica ha ovviamente dei costi aggiuntivi, ma vale assolutamente la pena per produrre un tubero di qualità, senza uso di chimica di sintesi.
L’unica fonte di irrigazione delle mie patate è data dalle precipitazioni piovose: questo garantisce un tubero di qualità eccellente in termini di sostanze nutritive oltre che di conservabilità.
Un prodotto molto versatile, che si conserva per mesi senza problemi.
Le patate di montagna si possono cucinare al forno, fritte, in umido, al cartoccio: la bontà è unica e ineguagliabile.

